Prof.ssa Daniela Lucangeli

Psicologa, Professore Ordinario di Psicologia dello sviluppo. Prorettore per le attività di orientamento, tutorato e rapporti con le istituzioni scolastiche dell’Università degli Studi di Padova
Brief info

Professore Ordinario di Psicologia dello sviluppo. Prorettore per le attività di orientamento, tutorato e rapporti con le istituzioni scolastiche dell’Università degli Studi di Padova. Esperta di psicologia dell'apprendimento. È presidente dell’Associazione per il Coordinamento Nazionale degli Insegnanti Specializzati (CNIS) e membro di numerose associazioni di ricerca nazionali e internazionali (IARLD, AIRIPA, AIP-Sviluppo). È autore di più di 50 contributi scientifici su riviste nazionali ed internazionali oltre che di saggi scientifici e didattici. È nel comitato scientifico di redazione di molte riviste internazionali, come Journal of  Learning Disabilities, e svolge attività di referee per diverse riviste nazionali ed internazionali del settore (Journal  of  Experimental  Child Psychology, Journal of Educational Psychology).

Abstract Relazione:

Digitale SI, Digitale NO: conosciamo davvero gli effetti del Digitale sui processi maturazionali del Neurosviluppo?

Nell’arco degli ultimi anni le evidenze scientifiche sugli effetti del Digitale sui processi maturazionali dell’intelligenza umana hanno delineato un panorama complesso di variabili che rendono molto difficile poter rispondere alla domanda che anche qui ci poniamo: conosciamo davvero gli effetti del Digitale sui processi maturazionali del Neurosviluppo?

Una prima riflessione riguarda la differenza fra tecnologia multimediale e tecnologia digitale.

Se infatti molte sono le evidenze dell’efficacia della multimedialità sull’apprendimento nei suoi processi cognitivi di base (Memoria, Attenzione, Pianificazione, Metacognizione, ecc) (Ting, 2015; Lin, Chiang, Chu, Sun, 2015; McCarroll, Curran, 2014) molte sono anche le evidenze che mettono in guardia dal rischio di “interferenza” della tecnologia digitale con il connettoma e il suo sviluppo (Akdag, Dasdag, Canturk, Karabulut, Caner, Adalier, 2016; Byun, Ha, Kwon, Hong, Leem, Sakong, & Kim, 2013; Divan, Kheifets, Obel, & Olsen, 2008).

Occorre perciò ricordare che il digitale implica l’uso della rete e la rete apre scenari di ricerca ampi e diversi tra loro che convergono però tutti su un punto fermo: è essenziale conoscere le problematiche e i rischi che la rete porta con sé. Dal delicato tema dei Big Data alle alterazioni del sistema dopaminergico (Giedd, 2012; Choudhury, 2013; Berridge, Robinson, 1998), ai disturbi del sonno provocati dall’essere sempre connessi (Toda, M., Nishio, N., Ezoe, S., Takeshita, T., 2015), fino ai disturbi d’ansia (Lee, Kim, Kim, Kown, Kim, Cho, 2008; Lepp, Barkley, Karpinski, 2014) e alla possibile insorgenza di effetti depressivi (Lemola, Perkinson-Gloor, Brand, 2015; Morgan, Cotten, 2003; Yang, 2016)