Professor Fabrizio Franchi: Alla scoperta del “microbiota”

” La Flora intestinale ovvero il microbiota intestinale” ed i suoi potenziali ruoli sia nella salute del nostro organismo che nella comparsa di molte malattie croniche del 21° secolo”.

Il Microbiota entra in gioco in tutto il corso della vita umana e molti sono gli studi svolti e soprattutto molte le ricerche esistenti oggigiorno sull’argomento.

Il microbiota umano, è l’insieme di microrganismi (soprattutto batteri, ma anche funghi e virus) che vivono nell’organismo umano (contenuti nei vari tessuti e organi), in un rapporto di mutuale simbiosi.

La maggior parte di essi è concentrata nel sistema digerente, e costituisce il microbiota intestinale, quello che comunemente era detto flora batterica intestinale. Questi microorganismi nel loro insieme sono quasi 10 volte le nostre cellule ed hanno un DNA (l’insieme dei geni) complessivo fino a 100-150 volte superiore a quello umano.

Già al momento della nascita, il neonato si porta appresso un buon numero di batteri ereditati dalla madre che nel corso dei primi tre anni di vita tenderanno ad aumentare di numero e di diversità di specie, costituendo gran parte del bagaglio dell’adulto.

Sarà questo insieme di batteri a regolare in futuro lo stato di salute dell’organismo, infatti esso dovrà sempre mantenere uno stato di equilibrio interno, in caso contrario potranno sorgere delle patologie.

L’uso degli antibiotici nei primi anni di età del bambino può scompensare l’equilibrio di questo sistema e anche nell’adulto meglio limitarli, perché accanto alla loro attività battericida, hanno mostrato di poter alterare anche il sistema immunitario dell’individuo.

La formazione del microbiota è differente da individuo a individuo. Si sa che la colonizzazione dei batteri, che inizia già nel momento della nascita, mostra delle differenze nei neonati nati con parto cesareo e quelli con parto naturale, e differenze si trovano anche tra i bambini allattati al seno e quelli nutriti con latte artificiale.

Naturalmente dovrebbe essere più diversificato il microbiota dei neonati con parto normale e il microbiota dei neonati allattati al seno.

E’ stato evidenziato poi anche un possibile ruolo della dieta della madre e del suo peso corporeo, e importante è anche la dieta del neonato.

I batteri intestinali si modificano nel corso della vita. All’età di 7/8 anni si ha la loro massima diversificazione, poi questa si stabilizza nella età adulta e diminuisce via via con l’invecchiamento. In genere questi microorganismi hanno effetti benefici, ad esempio producono acido folico e alcune vitamine, nell’adolescenza contribuiscono alla sintesi degli ormoni sessuali e tantissimo altro ancora.

In ogni caso il microbiota lavora sul sistema immunitario e quando esiste l’equilibrio dell’organismo – ossia Omeostasi – è più facile mantenersi in buona salute, mentre al sopravvenire della DISBIOSI (non equilibrio) aumenta il rischio di malattia.

Possiamo dire, che con l’avanzare dell’età cambia la funzione del microbiota all’interno dell’organismo, che tende a produrre meno vitamine, aumenta produzione di grasso, e diminuiscono i microrganismi aerobici ed aumentano quelli anaerobici.

Così da esperimenti fatti nel mondo animale, in particolare sui topi, risulta che trapiantando il microbiota dei vecchi sui giovani si ha una maggiore incidenza di malattie quali cancro e diabete, mentre nell’operazione inversa trapiantando quello di giovani su anziani, diminuisce l’incidenza di malattie e forse aumenta anche la longevità.

Ovviamente si tratta di un campo di indagine molto nuovo, ma sembra che gli esseri umani ultracentenari abbiano una ridotta fragilità e ridotta infiammazione e quindi minore predisposizione alle malattie, in parte deducibile dalla abbondanza di alcune specie di microorganismi considerati protettivi.

Una nuova frontiera in questo mondo ancora oggetto di indagini è la relazione tra il microbiota e le patologie del sistema nervoso: alterazioni profonde di esso possono avere un ruolo nella genesi della Sindrome di Alzheimer, del morbo di Parkinson e autismo; alcune ricerche indicano come alterazioni del microbiota possono causare modifiche nel comportamento, attraverso alterazioni dell’asse cervello-intestino, il cui ruolo non è solo quello di controllare l’assunzione di cibo ma è probabilmente molto più profondo e importante e potrebbe contribuire all’insorgere di patologie come depressione, schizofrenia e disturbi dello spettro autistico.

Nell’adulto la dieta rimane – insieme ad una regolare attività fisica – il fattore predominante nel determinare l’equilibrio del microbiota: un’alimentazione completa e ricca di verdura, frutta e cereali integrali garantisce un elevato apporto di quelle fibre che contribuiscono a massima ricchezza e diversità del microbiota. Modifiche anche temporanee della dieta possono infatti comportare alterazioni considerevoli compagine batterica.

Short C.V.: Fabrizio Franchi (Geriatra) Specialista in Geriatria, Gerontologia e in Scienza dell’Alimentazione. Professore a contratto presso la scuola di specializzazione in Geriatria Università di Parma. Direttore UOC Geriatria Ospedale civile Piacenza. Membro Direttivo Nazionale SIGOT (società italiana di geriatria ospedale e territorio). Past President della onlus WAP Pandora. Ricercatore nel campo dell’alimentazione, della nutrizione e dei sani stili di vita, di cui è conferenziere a livello internazionale, da alcuni anni è impegnato nella ricerca sul ruolo dei microorganismi intestinali per la salute umana (microbiota).

Leave a comment